Tutto quello che dovreste assolutamente sapere sul vostro parto in ospedale
Cari futuri genitori,
con questo articolo vogliamo sostenervi e fornirvi conoscenze e consigli sul parto in ospedale. Secondo la nostra esperienza, le domande di una donna incinta e della persona che l’accompagna sono molte. Spesso l’emozione del momento fa sì che ci dimentichiamo di farne qualcuna, di solito proprio quando ne avremmo l’opportunità.
Ma non disperate: non dovrete consumarvi le dita per trovare online le informazioni che cercate. Abbiamo chiesto alla levatrice Kerstin Lüking di riassumere qui per voi tutto quel che c’è di più importante da sapere sul parto in ospedale.
- Quale ospedale scegliere?
- Quando annunciarsi per il parto?
- Come si struttura un piano di nascita?
- Perché la comunicazione con il personale ospedaliero è così importante?
- Che cos'è l'hypnobirth?
- Cosa non può assolutamente mancare nella borsa da portare in ospedale o in clinica?
Quale ospedale scegliere per il parto? Qual è il momento migliore per annunciarsi?
Molti genitori si chiedono dove far nascere il bambino già all’inizio della gravidanza. La percentuale di bebè nati in ospedale è di circa il 97%.
Solitamente la scelta dell’ospedale dipende dal luogo di domicilio, dalle raccomandazioni ricevute o dall’urgenza. Se si prospettano complicanze della gravidanza o nel neonato, si tende a scegliere una struttura che disponga del reparto specializzato corrispondente. Di norma si tratta di ospedali universitari che possono garantire un’assistenza d’emergenza adeguata.
Ospedali più piccoli per gravidanze senza complicanze
Nel caso di una gravidanza e di un parto con un decorso «normale», come levatrice tendo a consigliare gli ospedali più piccoli, dove c’è ancora un’atmosfera un po’ più personale e una maggiore libertà di organizzare la nascita del proprio bambino o della propria bambina.
Potete informarvi in anticipo presso l’ospedale desiderato, così da non mancare il termine per annunciarvi. Il periodo entro cui annunciarsi varia da ospedale a ospedale e di solito è compreso tra la 30a e la 35a settimana di gravidanza.
Il piano di nascita per l’ospedale
Già prima della data prevista per il parto ogni donna incinta, insieme alla persona che la accompagna, dovrebbe pensare a come desidera che si svolga il parto e alle modalità di comunicazione da adottare.
Oggi è consuetudine che le donne in gravidanza mettano insieme le loro idee in un piano di nascita, che viene discusso con la levatrice al momento dell’annuncio.
- Spesso si chiede di ridurre il numero di misure invasive eseguite, tra cui inserimento di accessi venosi, clisteri, somministrazione di medicamenti ed esami vaginali.
- Scrivete sul vostro piano del parto se desiderate provare posizioni speciali che sono state discusse in anticipo nel corso preparto.
Oggi quasi nessuna gestante vuole partorire nella classica posizione supina, perché non è una posizione fisiologica e di solito prolunga di parecchio la fase espulsiva. Inoltre, per la madre la probabilità di una lesione da parto è più alta in posizione supina.
A proposito:
se scegliete il parto ambulatoriale in ospedale o partorite in una casa del parto, l’assicurazione Visana vi versa un forfait per il parto.
Quando si prepara un'escursione, è fondamentale non sopravvalutarsi e quindi scegliere percorsi realistici. La lunghezza e la difficoltà dell'escursione sono importanti quanto il periodo dell'anno e le previsioni del tempo.
Vale anche la pena di pianificare sempre un tempo sufficiente e di chiarire la situazione dei ristoranti e dei trasporti pubblici lungo il percorso.
Un escursionista professionista prepara lo zaino in modo adeguato:
- una borraccia è d'obbligo, preferibilmente riempita di acqua o tè
- spuntini come frutta, formaggio, barrette di ogni tipo e panini
- crema solare e protezione dalla pioggia, un telefono cellulare e un pullover o una giacca nel caso in cui faccia improvvisamente freddo.
- E naturalmente: una mappa escursionistica. Non si sa mai quando la batteria dello smartphone si esaurisce.
- Almeno il fattore di stress della costante disponibilità è finalmente eliminato durante l'escursione.
Quanto deve essere lungo il piano di nascita?
Un piano di nascita non dovrebbe superare una pagina A4 di lunghezza. In questo modo il personale ostetrico può ottenere una rapida visione d’insieme.
Buono a sapersi: è possibile confrontarsi col team ostetrico anche dopo il parto
Sottolineo in particolare che è sempre necessario parlare con i genitori delle decisioni del personale ostetrico. Se non è possibile farlo nella fase acuta, è necessario un colloquio successivo. In caso contrario, i genitori rimarranno a lungo con forti interrogativi, che li ostacoleranno notevolmente nella fase di rielaborazione dell’esperienza del parto.
Quindi non esitate a rivolgervi al team ostetrico anche settimane dopo il parto, se necessario. In questi colloqui il parto viene discusso passo dopo passo in retrospettiva, sulla base di quanto documentato.
Una tecnica di rilassamento: l’hypnobirthing
Se la gestante ha frequentato un corso di hypnobirthing (in italiano anche «ipnoparto»), anche questo dovrebbe essere menzionato nel piano di nascita. Così facendo la levatrice è già al corrente del fatto che la donna conosce tecniche di respirazione e di distensione che possono portarla in un profondo stato di rilassamento e che non sarebbe opportuno disturbare la partoriente in questo stato parlando molto.
In questi casi la persona che accompagna la gestante – e con cui la gestante ha discusso intensamente, in precedenza, le decisioni da prendere in ambito ostetrico – viene spesso consultata come portavoce.
La borsa per l’ospedale: pensate anche a chi vi accompagna
So per esperienza che, anche per la persona che vi accompagna, il parto può essere una grande sfida – un’esperienza in grado di portare allo svenimento anche l’uomo o la donna più forte.
Quindi il mio consiglio è: quando preparate la borsa per l’ospedale, non dimenticate di mettere in valigia qualcosa da mangiare per chi vi accompagna, in modo che non debba nutrirsi esclusivamente di barrette di cioccolato del distributore automatico dell’ospedale e caffè. Muesli, frutta secca o una buona zuppa pronta che necessita solo di un po’ di acqua calda per poter essere consumata sono ottimi per ritrovare energia.
Cosa mettere nella valigia per l’ospedale?
La persona che vi accompagna non dovrebbe mai «tenere duro»
Chi vi accompagna dovrebbe anche poter sempre dire quando la situazione si è fatta troppo pesante per lui o per lei. Non tutti sono indifferenti alla vista del sangue o degli aghi. Non è un segno di debolezza, anzi: è fin troppo comprensibile.
Un po’ d’aria fresca e una piccola pausa possono aiutare. Se neanche questo funziona, si ricorre al piano B e si sostituisce la persona che accompagna con un’altra persona definita in precedenza. In alternativa, magari in struttura c’è una studentessa di ostetricia che può fare le veci di un compagno premuroso o di una compagna premurosa.
Chi vi accompagna svolge un importante ruolo emotivo e vi motiva
Cosa si intende per cura e assistenza in questo contesto? Cosa ci si aspetta dai futuri padri o dalle future co-madri?
In qualche occasione mi è capitato di rendermi conto che queste persone non erano affatto «presenti» mentalmente:
- il cellulare o il quotidiano erano più interessanti, la distanza fisica tra loro e la donna che stava partorendo sembrava di dieci metri. Naturalmente, questo non è quello che vuole una donna in preda al dolore e forse anche alla paura.
Quando si decide di accompagnare qualcuno in sala parto, deve esserci anche la volontà di esaudire ogni desiderio della gestante: offrirle massaggi, bevande, cibo, passarle asciugamani bagnati... Qui non si pongono limiti all’immaginazione.
Tutto è permesso, sempre che sia gradito! Quando una partoriente è allo stremo delle forze e mugola un «Non ce la faccio più!», rispondete con un «Sei bravissima!», «Ce la puoi fare!», «Ti amo!». Due o tre parole che danno una forza infinita e che possono essere uno stimolo per sopportare le ultime doglie, fino al momento in cui la vita prende una svolta: la nascita del proprio bebè.
Per concludere
Riassumendo, c’è un’altra cosa che vorrei raccomandarvi: a volte, prima del parto, ci stressiamo da sole e abbiamo molta paura di quello che succederà.
Forse desiderate un parto naturale, ma vi chiedete se poi non finirete per ricorrere al cesareo. O magari state programmando un parto cesareo perché l’indicazione medica non ammette alternative.
Non importa come si partorisce, se per via vaginale o addominale: quel che è certo è che farete del vostro meglio. Abbiate fiducia in voi stesse e nel vostro corpo.
Alcune cose, però, non dipendono da noi. È lì che dobbiamo cedere la responsabilità, lasciarci andare. Naturalmente ci sono momenti o incontri spiacevoli nella vita ospedaliera di tutti i giorni. Non è sempre tutto rose e fiori, purtroppo a volte le cose si fanno complicate. Ma questa non è la regola, perché, secondo la nostra esperienza, il personale addetto al parto e quello dell’ospedale hanno in mente soprattutto una cosa: la vostra salute e quella del vostro bambino o della vostra bambina.
Vi auguriamo tutto l'amore per l'incognita forse più grande, ma più bella della vostra vita.
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